I libri che ci piacerebbe pubblicare ora

 

 

 

In breve la risposta è questa: la saggistica e la prosa non-narrativa.

Per chiarire meglio questa scelta di campo così definita bisogna addentrarsi un po’ in alcune questioni pratiche.

 

Chiunque abbia un minimo di esperienza nel mercato editoriale italiano sa che i libri di poesia e di narrativa sono i più difficili da vendere, in special modo quelli di autori esordienti e ancor più in particolare quelli editi da piccoli editori (come noi).

Da quando poi i quotidiani sono diventati essi stessi editori e hanno inondato le case degli italiani con decine di milioni di copie di romanzi (ma non solo) spesso di ottimo livello a prezzi veramente bassi, la situazione per gli editori medio-piccoli si è fatta, su questo terreno, ancor più difficile, rendendo la competizione praticamente impossibile.

 

Per dirla tutta: la narrativa e la poesia sono diventate per i piccoli editori ‘di progetto’ delle strade senza uscita: la preponderanza dei grandi editori occupa tutti gli spazi di manovra esistenti.

Si pensi, oltretutto, che i direttori dei giornali pubblicano con i grandi editori, e in alcuni casi la casa editrice è parte della proprietà stessa del giornale, e questo fa sì che pochi editori controllano – e lottizzano – anche gli spazi di informazione bibliografica e le recensioni letterarie, escludendo quasi del tutto la visibilità delle piccole case editrici.

Del resto ve ne sarete accorti anche voi: benché in Italia ci siano oltre quattromile case editrici, per i redattori culturali dei giornali ne esistono in realtà non più di una dozzina… e sempre le stesse.

 

Non di rado quindi il compromesso a cui alcune sigle editoriali minori devono giungere, per sopravvivere, è quello di diventare “editori a pagamento”, ossia chiedere agli autori stessi di sostenere i costi della pubblicazione del loro libro.

Ellin Selae, fin dal suo esordio, ha fortemente rifiutato questo compromesso e di non seguire in alcun caso questo solco, ma di restare sempre e comunque, anche a costo di non sopravvivere, un ‘editore di progetto’, ossia una casa editrice che sceglie i titoli secondo un proprio canone editoriale e se ne accolla tutti i rischi e i costi.

Questa scelta – rispettata sino ad oggi – comporta l’esclusione di tutti quei libri che non hanno oggettivamente speranza di recuperare almeno i costi di stampa, e questi libri sono essenzialmente tutta la narrativa e la poesia.

(A dire il vero esiste una piccola eccezione per quanto riguardo la narrativa ‘a tema.’

L’unica narrativa che per un piccol o editore è ancora possibile prendere in considerazione è quella “a tema specifico”, proprio perché ci sono argomenti (come per es. la montagna, il mare, gli animali, gli scacchi, la musica…) che possono contare su un numero di lettori appassionati di quel specifico tema disposti a leggere tutti i libri che lo trattano, a prescindere dalla notorietà dell’autore e dalla grandezza dell’editore).

 

Questo è anche il motivo per cui Ellin Selae pubblica pochissime novità all’anno: non più di tre o quattro…

Per quanto gli Autori esordienti spesso non concordano con questo punto di vista, tutti gli editori che si scontrano quotidianamente con la difficoltà di far quadrare i conti sanno che la questione sta esattamente in questi termini, proprio in quanto i lettori tendono nella stragrande maggioranza dei casi ad orientarsi, per quanto riguarda i loro acquisti, sulle proposte delle grandi case editrici, o sugli autori più noti, o su quelli più esposti alla luce dei fari mediatici (i quali, come detto prima, sono per l’appunto molto ma molto faziosi…)

 

A parte questo privilegiamo la saggistica rispetto alla narrativa anche perché ci sembra che il momento storico attuale sia un brulicare di argomenti e tematiche emergenti che meritano di venire approfondite (si pensi alle idee di tutta la galassia dei ‘Movimenti’, o alle infinite questioni legate all’ambiente, all’ecologia, alla critica sociale, alla spiritualità.…) e la saggistica è il linguaggio più idoneo ad affrontare queste questioni.

I lettori di saggistica sono meno irregimentati di quelli di narrativa e si orientano senza problemi anche sulle proposte dei piccoli editori e sui testi di autori poco noti.

Questi sono pertanto i libri che cerchiamo, e che vorremmo pubblicare.

 

 

Il consiglio che in conclusione diamo agli autori è di considerare che al fine di venir pubblicati (e letti) occorre rompere l’equazione: scrittore = romanziere, e cominciare a prendere in considerazione che le molteplici forme linguistiche della prosa non-narrativa sono in assoluto le più interessanti per gli editori e le più ricercate dai lettori abituali.

Chi proprio non intende rinunciare all’idea di esordire con un romanzo allora si orienti fin da subito verso i grandi editori (anche se sono effettivamente quasi del tutto inaccessibili) perché è l’unico modo per impedire che un buon romanzo cada nel vuoto.

E, soprattutto: mai accettare di pagare per venire pubblicati.

 

 

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